Pagina:Luzio-Renier - Mantova e Urbino, Roux, 1903.djvu/34

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faci bona compagnia, aciò de quella piglij apiacere et conforto doppo ch’io non gli sono appresso et raccomandomi alla Ex.V. sempre.

Ex Bucintoro prope Reverum II februarij 1488

Quella sorella che ve ama quanto se medesima
ISABET DE GONZAGA de man propria.


Da questa lettera appare che la sorella Maddalena era rimasta a Mantova. Benedetto Capilupo, che con Silvestro Calandra (il castellano) faceva parte della comitiva di Elisabetta, non mancava di partecipare giornalmente al Marchese i progressi del viaggio ed il vario succedersi degli avvenimenti nei primi tempi della dimora in Urbino. La sua corrispondenza ce lo mostra già fin d’allora un informatore prezioso1. Come vedemmo, un gruppo di Urbinati era venuto incontro alla sposa sino a Revere: fra questi Emilia Pia col marito Antonio, figlio naturale di Federico d’Urbino. Ottaviano Ubaldini della Carda, tutore di Guidobaldo, erasi spinto forse sino a Mantova e dirigeva il viaggio.

Oltre le molte lettere speciali che il Capilupo continuamente spediva a Mantova, ve n’è una generale, diretta a Maddalena Gonzaga nella quale, a confortarla del penoso distacco dalla sorella, il buon segretario le narra tutto il

  1. I Gonzaga ebbero sempre nel Capilupo uno dei cortegiani più fidi ed uno dei negoziatori più accorti. I cultori di storia mantovana rammenteranno il decreto onorifico con cui nel 1498 veniva compensato della destrezza spiegata nelle difficili trattative col Moro. Vedasi il nostro lavoro Delle relaz. d’Isabella d’Este con Ludovico e Beatrice Sforza, Milano, 1890, estr. dall’ Archivio stor. lomb., p. 144. Prove novelle delle nobili doti di Benedetto offrirà il lavoro presente. Pei dati storici della vita di lui si confronti A. BASCHET, Aldo Manuzio, Venezia, 1867, p.22n.