Pagina:Maffei - Consiglio politico finora inedito presentato al governo veneto, 1797.pdf/79

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no, chi non era Cittadino, riluce specialmente nell’istituto della Milizia, quale sotto gl’Imperatori ugualmente mantenevasi.

Non ammettevano nelle Legioni, e negli altri Corpi de’ Romani, chi non fosse Cittadino Romano; ma perchè talvolta ne’ remoti paesi urgenza vi era di far gente in fretta, e di rimettere i Soldati perduti, onde necessità si aveva di valersi anche degli Stranieri; che facevano i Romani? Davano loro nell’arrolarsi la Cittadinanza, di che così lodolli Aristide saggio Orator Greco, fiorito in tempo di Marco Aurelio. In questo modo, dic’egli, voi non private, e non esaurite Roma de’ suoi Cittadini, e suoi Cittadini non pertanto sono i Militanti: in questo modo interessati i soldati nella vostra grandezza, e nella vostra gloria rinnegan tosto l’antica patria, e quasi se ne vergognano, e si fanno propugnatori acerrimi della vostra. Ecco l’effetto, che faceva anco ne’ Soldati barbari la Cittadinanza. Ecco come da quegli ultimi saggi del mondo civile non si stimò potesse esser vero Soldato per Roma, chi non era diventato per legge, e per aggregazione Romano. Nota l’istesso Aristide, come i Romani avevano reso il mondo comune, e viaggiabile a tutti, e come ad ognuno, che