Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/169

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libro quarto 139

quale or l’abbiamo. Il vecchio Catone nelle Origini delle Città d’Italia, anche di quelle della Venezia avea ragionato. Polibio (lib. 2, p.102) circoscrive l’Italia tra i mari Tirreno, Jonio, come chiamavano il Golfo inferiore, e Adriatico; e tra l’Alpi che si stendono dalla Provenza all’Illirico. Così Dionigi Alicarnasseo (lib. 1), così Strabone. Aver la natura munita l’Italia con l’Alpi, disse Tullio (de prov. Consul.): la lunghezza dell’Italia stendersi dall’Alpi al mar di Sicilia, scrisse Livio (lib. 1). Siccome però era Italia la parte di là, benchè si chiamasse Grecia, così era Italia la parte di qua, benchè si chiamasse Gallia: nè patisce tal verità opposizione alcuna, e s’imbrogliò alquanto Appiano (in Annibal.), nè ben comprese quando asserì non potersi dire propriamente Italia, se non quella ch’è di là dall’Apennino, e chiamarsi Italia Gallica parte del paese di qua ch’è sul mare Jonio, ed esser questo fatto Italia dopo, come allora era Italia l’Etruria: poco distinse e assai confuse i termini Romani quel per altro lodevolissimo Storico anche in alcun altro luogo. Ma vero bensì è, che avendo i Romani a quella parte d’Italia lor prossima, che prima s’incorporò al dominio, concedute alcune condizioni che non concedettero se non più tardi a quella ch’essi poi conquistarono soggiogando i Galli, cioè dal Rubicone in qua: ove si trattasse di legal condizione e di governo, la prima solamente chiamavano Italia, e in tal proposito non chiamarono Italia questa, se non dopo d’avere anche a questa ristesse condizioni e gl’istessi