Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/263

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libro sesto 233

dalla porpora espresso il liquor suo. La dolcezza in esso si sente con soavità incredibile, si corrobora la densità per non so qual fermezza, e s1 ingrossa al tatto in modo, che diresti essere un liquido carnoso, o una bevanda da mangiare. Vogliam riferire quanto particolar sia il modo di farlo. Scelta nell’autunno l’uva dalle viti delle domestiche pergole, sospendesi rivoltata, conservasi ne’ vasi suoi, e negli ordinarj repositorj si custodisce. S’indura dal tempo, non si liquida: trasudando allora gl’insulsi umori, soavemente addolciscesi. Tirasi fino al mese di decembre, finchè l’inverno la faccia scorrere, e con maraviglia cominci il vino a esser nuovo, quando in tutte le cantine si trova già vecchio. Mosto invernale, freddo sangue dell’uve, liquor sanguigno, porpora bevibile, violato néttare. Cessa di bollire nella sua prima origine, e quando può farsi adulto, comincia a parere per sempre nuovo. Non si percuote ingiuriosamente con calci l’uva, nè con mischiarvi sordidezza alcuna s’infosca; ma vien eccitata, come alla sua nobiltà si conviene. Scorre quando l’acqua indurisce, è feconda quando ogni frutto de’ campi è svanito, stilla dagli occhi suoi liquor corrispondente, lagrima non so che di giocondo, cd oltre al piacer del dolce, singolare,è nella vista la sua bellezza. Questo vino ricercato quanto prima, e a convcnevol prezzo raccolto, consegnate a’ carradori perciò mandati, che lo portino. Nè crediate di dover trascurare quell’altro