Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/305

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libro settimo 275

rettori nell’Italia, quanto che appunto si mandavano ne’ paesi liberi, ove particolare occorrenza il richiedesse. Perciò in tempo di Traiano iti mandato Massimo nell’Acaia a riordinare lo stalo delle città Ubere, come si legge in lettera a costui diretta (Plin. I. 8, ep. 24 )■ Abbiam da Filostrato, ch’Erode Sofista correggeva le città libere nell’Asia ( otcp-curc)· ed Arriano sopra Epitelio ha in un titolo al Correttore delle città Ubere (lib. 3, c. η: Atef&arjji/): così parla il testo Greco di questi Autori. Per questo è, che quando in Italia speziai bisogno nasceva, vi si soleano mandar Correttóri. Abbiam veduto poc’anzi in tal ufizio Giuliano nella Venezia; e col medesimo fu Tejrico nella Lucania, se crediamo ad Aurelio Vittore; ma ch’ci· iti Correttore di tutta Italia, dichiaratamente scrive Pollionc. Clic le regioni Italiche non avesser Presidi in quel tempo, questi stessi Correttori dimostrano; poiché dei pochi che si veggono nelle iscrizioni, Postumio Tiziano fu Correttore dell’Italia traspadana (Grut. 459,7); Ebo Dionigi il fu dell’una e l’altra Italia (Fab. p. 209: utriusque ilaliae; 269, 4)j bi qual espressione ha fatto assai fantasticar molli, ma dee intendersi traspadana e cispadana; Onoralo, che abbiam nel Gruferò, c Numidio, che abbiam nel Codice di Giustiniano, l’ur Correttori d’Italia assolutamente, e l’istessa dignità ebbe Volusiano per anni otto (log. 3, C. qui bus non ob, ec.; 38, 5). Ecco però, come nè costoro di veruna delle diciassette provincie erano Presidi, sopra tutta Italia, o sopra una gran parte di essa essendo caduta