Pagina:Maffei - Verona illustrata IV, 1826.djvu/33

Da Wikisource.

notizie generali 27

affare: ma delli 122, cinquanta sono continuamente per un anno in ufizio, e gli altri 72 si dividono in sei Mute, ognuna delle quali a vicenda forma il Consiglio de’ Dodici, ed interviene insieme co’ cinquanta per lo spazio di due mesi. Ogn’anno poi si cambia, passando i cinquanta nelle mute, e quei delle mute ne i cinquanta, ed uscendone trenta, per rimpiazzare i quali si tolgon dentro li trenta ch’eran fuori, e si supplisce a i luoghi de’ morti, o di quelli che sono assenti per ragion di carica, con riceverne altrettanti di nuovi, riballottando nell’istesso tempo anche i vecchi che ritornano, quali però potrebbero restarne esclusi: con che si tiene ognuno in soggezione di continuar sempre a meritar la publica approvazione. Con tal ordine e regolazione niuno resta in Consiglio più di quattr’anni continui. Ogni muta ha tre Capi, che sono i più vecchi delli tre ordini, ne’ quali si dividono i Consiglieri, cioè graduati o sia dottori, titolati, e laici, che è quanto dire non dottori, nè titolati. Chi desidera essere ammesso in Consiglio dee prima presentarsi ad una delle cinque Compagnie, nelle quali privatamente si divide il numero, e dalli Reggenti di essa e da i voti della Compagnia essere approvato per idoneo e ricevuto; con che gli resta permesso di concorrere e di far pratica, cioè di ufiziare tutto il Consiglio.

Non può negarsi che non sia tutto questo saviamente ordinato, e però della sola città di Verona fra tutte le soggette meritò d’esser riferito e descritto nel corpo delle Republiche, stampato dagli Elzeviri, l’ordine del governo,