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56 Il pensiero nella vecchiaia

poeta latino1 io potrei contrapporre una pleiade gloriosa di vecchi, che sull’orlo della fossa continuarono ad onorare l’umano pensiero.

Potrei citare Tiziano, che a novantanove anni dipinge ancora quadri stupendi.

E Michelangelo ottuagenario, che fino alla morte merita il battesimo di divino.

E l’altro divo dell’antichità, Platone.

E Lesage, che termina il suo immortale Gil Blas a sessantasette anni.

E Lafontaine, che a sessant’anni pubblica la seconda raccolta delle sue Favole.

E Goethe, olimpico sempre anche dopo gli ottant’anni.

E quel vulcano di spirito e di arguzie che è il Voltaire il cui ingegno non invecchiò mai.

  1. Eccone la traduzione italiana, del Rapisardi:

    Ma allor che il corpo da l’etade affranto
    Perde il forte vigore, e illanguidite
    Vacillano le membra, il senno zoppica,
    Intartaglia la lingua, si fa labile
    La memoria, e così tutte ad un’ora
    Sceman le forze e mancano.