Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/331

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[§ 89-90] gli ostacoli 321

In generale la posizione di equilibrio muta dall’uno all’altro di quegli spazi. Supponiamo che una certa merce A abbia il prezzo 100 nel primo spazio di tempo, e che abbia il prezzo 120, nel secondo. Se in ogni spazio di tempo si consuma precisamente la quantità di A prodotta in quello spazio, non vi sarà altro da dire se non che la prima porzione di A sarà consumata col prezzo 100; e la seconda, col prezzo 120. Ma, se nel primo spazio di tempo avanza una certa porzione di A (o tutta la quantità di A), il fenomeno diventa molto più complesso e dà luogo a considerazioni di gran momento.

La porzione di A che è avanzata aveva il prezzo 100; ma si confonde ora colla nuova porzione di A, che ha il prezzo 120, e quindi avrà anche quel prezzo. Per tal modo chi possiede quella porzione A, sia un privato o la collettività, fa un guadagno eguale alla differenza dei prezzi, cioè 20, moltiplicata per la quantità della porzione avanzata. Farebbe invece una perdita analoga, ove il secondo prezzo fosse minore del primo.

Per altro quel guadagno sarebbe semplicemente nominale, ove tutti i prezzi delle altre merci avessero aumentato nelle stesse proporzioni; e perchè il possesso di A rechi un qualche vantaggio in paragone del possesso di B, C,.... occorre che quelle proporzioni siano diverse.

90. La rendita. — Il fenomeno, rimanendo sostanzialmente lo stesso, muta forma quando si usa il concetto di capitale.

Sia A un capitale. Come abbiamo veduto al § 24, si tengono i conti in modo che si può supporre che A si adoperi senza essere consumato, che se ne goda solo l’uso. Quindi non una porzione, ma