Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/358

Da Wikisource.
348 l’equilibrio economico [§ 62-65]

all’intera collettività, bensì ad una parte più o meno ristretta di essa. Se si considera un solo individuo, il tipo (III) si confonde col tipo (II).

Per un certo numero di individui considerati collettivamente, esistono valori dei coefficienti di produzione i quali procacciano, a detta collettività, tali quantità di beni economici, che, ove siano distribuiti secondo le norme fissate dal problema della distribuzione, fanno conseguire il massimo di ofelimità ai componenti quella collettività1.

La dimostrazione di detta proposizione è simile a quella già data quando si considerò la collettività totale.

63. Nel concreto, i sindacati operai, i produttori che godono della protezione doganale, i sindacati di negozianti che sfruttano i consumatori, ci dànno molti esempi in cui si determinano i coefficienti di produzione coll’intento di favorire certe collettività parziali.

64. Giova osservare che, eccetto casi molto eccezionali, quei valori dei coefficienti differiscono, e spesso differiscono molto, dai valori che assicurano all’intera collettività il massimo di ofelimità.

65. Commercio internazionale. — Sinora, eccetto nel caso precedente, abbiamo considerato collettività staccate. Occorre, ora, per avvicinarci maggiormente alla realtà, considerare collettività in relazioni vicendevoli. Tale teoria ha per caso particolare la teoria del commercio internazionale, e perciò può essere distinta con quel nome.

Il caso precedente differisce dal presente. In quello si supponeva di poter imporre certi coefficienti di fabbricazioni a tutta una collettività, costituita da


  1. Cours, § 727.