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il manzoni poeta drammatico. 159

sensi di un capitano di ventura del Medio Evo, noi ritroviamo spesso l’animo, i pensieri, i dubbii, gl’interni combattimenti del Manzoni, geloso del suo buon nome, timido nell’opera, ardito ne’ concepimenti, pio, delicato, amante della patria e della famiglia. Queste parole messe in bocca al Conte di Carmagnola non istonerebbero, per esempio, ove si collocassero nel Carme In morte dell’Imbonati:

   Oh! beato colui, cui la fortuna
     Così distinte in suo cammin presenta
     Le vie del biasmo e dell’onor, ch’ei puote
     Correr certo del plauso e non dar mai
     Passo, ove trovi a malignar l’intento
     Sguardo del suo nemico. Un altro campo
     Correr degg’io, dove in periglio sono
     Di riportar, forza è pur dirlo, il brutto
     Nome d’ingrato, l’insoffribil nome
     Di traditor. So che de’ grandi è l’uso
     Valersi d’opra ch’essi stiman rea;
     E profondere a quel che l’ha compìta
     Premi e disprezzo, il so; ma io non sono
     Nato a questo; e il maggior premio che bramo,
     Il solo, egli è la vostra stima, e quella
     D’ogni cortese; e, arditamente il dico,
     Sento di meritarla.


Così avrebbe parlato, così forse parlava allora il Manzoni a’ suoi proprii accusatori. Noi sappiamo già che prima della pubblicazione del Carme In morte dell’Imbonati, ossia nell’anno 1805, si era ciarlato molto in Milano contro il Manzoni, e che si tornò a ciarlare contro di lui, quando, nel 1819, egli malato di nervi ritornò con la madre e con la moglie a Parigi. La ma-