Pagina:MarinellaDellaNobiltàEtDell'EccellenzaDelleDonneEt.djvu/35

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Di guardare à Madonna il suo bel vi
Miserol tanto fiso,
Ch'io diverrò beato lei guardando
A guisa d'angel, che di sua natura
Stando su in altura
Divien beato sol vedendo Dio:
Così essendo humana creatura
Guardando la figura
Di questa donna, che tene il cor mio
Potria beato divenir quì io.

Et il Caro parlando con Amore in una sua Canzone dice.

Chi ne guida qua giù, che n'erge al Cielo?
Poi ch'ambi i nostri poli
Atra nebbia c'invuoli
Con queste scorte Amor di zelo, in zelo.
D'una in altra chiarezza
Ne conduce à mirar l'eterno Sole;
Così mortal bellezza,
Che da lui viene, à lui par che ci deste:
Così lume celeste,
Che di la sù deriva,quì si cole,
Hor chi s'inalza, e chi d'altari scorge
Se'l nostro amato sol lume non porge.

Et in un sonetto suo si legge.

Ben veggio come spira, e come luce,
Che con la rimembranza, e col desio
De suoi begli occhi, e del suo dolce riso
Il mio pensier tanto alto si conduce
Che le s'appressa, e scorge nel bel viso
la chiarezza degli Angeli, e di Dio.