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violette, décolleté azzurro, chignon arancione, ecc. Interrompere una canzonetta facendola continuare da un discorso rivoluzionario. Cospargere una romanza d’insulti e di parolaccie, ecc).

2. Impedire che una serie di tradizioni si stabilisca nel Teatro di Varietà. Combattere perciò ed abolire le Revues parigine, stupide, o tediose quanto la tragedia greca, coi loro Compere et Commère, che esercitano la funzione del coro antico, e la loro sfilata di personaggi e d’avvenimenti politici, sottolineati da motti di spirito, con una logica e un concatenamento fastidiosissimi. Il teatro di Varietà non deve essere, infatti, quello che pur troppo è ancora oggi, quasi sempre un giornale più o meno umoristico.

3. Introdurre la sorpresa e la necessità d’agire fra gli spettatori della platea, dei palchi e della galleria. Qualche proposta a caso: mettere della colla forte su alcune poltrone, perchè lo spettatore, uomo o donna, che rimane incollato, susciti l’ilarità generale, (il frack o la toilette danneggiato sarà naturalmente pagato all’uscita) — Vendere lo stesso posto a dieci persone: quindi ingombro, battibecchi e altèrchi. — Offrire posti gratuiti a signori o signore notoriamente pazzoidi, irritabili o eccentrici, che abbiano a provocare chiassate, con gesti osceni, pizzicotti alle donne, o altre bizzarrie. Cospargere le poltrone di polveri che provochino il prurito, lo sternuto ecc.

4. Prostituire sistematicamente tutta l’arte classica sulla scena, rappresentando per esempio in una sola serata tutte le tragedie greche, francesi, italiane, condensate e comicamente mescolate. — Vivificare le opere di Beethoven, di Wagner, di Bach, di Bellini, di Chopin, introducendovi delle canzonette napoletane. — Mettere a fianco a fianco sulla scena Zacconi, la Duse, e Mayol, Sarah Bernhardt e Fregoli. — Eseguire una sinfonia di Beethoven a rovescio, cominciando dall’ultima nota. — Ridurre tutto Shakespeare ad un solo atto. — Fare altrettanto con tutti gli attori più venerati.

— Far recitare Ernani da attori chiusi fino al collo