Pagina:Marinetti - Scatole d'amore in conserva, 1927.djvu/77

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vogliono ad ogni costo legare insieme, completare, perfezionare l’assurdo e il fantastico.

Un veggente quale io sono pensa che scendendo dal treno voi dovevate necessariamente prendere (dopo una serie di anticipi e ritardi per ingombri o bagagli rintracciati) prendere proprio quell’automobile. Perchè non parte subito? Sono sempre le Forze che impongono al volantista di aspettare il tempo utile a che si svolga l’interrogatorio con relativa zuffa fra poliziotti e marinai. Bisogna, capirete, che voi, graziosi e delicati grappoli d’uva maturati dalla più raffinata delle lune toscane, benché già pigiati nello scompartimento siate pigiati ancora da un supplemento di pigiatura in automobile.

Il volantista non ha visto nulla. Fila in quarta velocità sotto la pioggia, mentre vi difendete a graffi, a morsi, dalla pazzia dei marinai felici d’essere sfuggiti al poliziotto ma spaventatissimi dal molle liquido graffiarne, stillante che hanno trovato nell’automobile. La credevano vuota ed era piena! Di che? Di che? Di chiiii?

Così a tutta velocità si svolge lo strizzamelo dei vostri primi amori sotto i pugni e i calci dei tre ubriaconi preoccupati certo di far schizzare da voi oltre ad un buon vino anche un cognac prelibato. Le bottiglie di lusso sono già pronte...

Sembrano tali i camerieri di questo ultra-elettrico smisuratissimo Grande Albergo, davanti al quale la vostra automobile si ferma, aprendo il suo sportello di botte.

Colano giù gambe di pigiatori e colate pure voi, poveri acini, con molto alcool di stupore-orrore-


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