Pagina:Marinetti - Teatro.djvu/516

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Alata


Non esagero quando dichiaro che Vif-Glin volante ed effimera è attratta irresistibilmente dalla tua solidità ferma. Ad ogni modo non voglio che Vif-Glin veda mio figlio Slancio.

Vasto


Cosa temi? Slancio è invincibile.

Alata


Le tue parole mi tolgono ogni timore. Pensiamo alla città nuova.

Vasto


Finalmente possediamo lo spazio vivente che si costruisce e si determina. Si sviluppa fra le nostre mani la nuova estetica spaziale, ferma e eterna dei siluri sull’effimero disordine dei mari e il loro decorativismo di rabbie schiumose, cariatidi di tritoni e sirene vere o false, costruiremo dieci nuove piazze-vasche per i Mollenti da riempirsi di mare a volontà, quando il loro grigiore e il loro tanfo offenderanno troppo i nostri occhi e le nostre nari. Funzionano già i sei bacini di carenaggio corazzati contro gli attacchi dei nuovi areoplani a trapano.

Guarda! Laggiú si disegna il transatlantico P 306 che entra nell’anteporto; sembra melmarsi come uno smisurato ago di bussola sull’arco dell’orizzonte per armonizzarsi col genio di Sant’Elia.

Alata

guardando attraverso la grande vetrata incendiata dal sole:


Vengono! Vengono!


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