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Furr

Guardando quell’orologio e passando dalle 12 alle 11, alle 10, alle 9 ho indubbiamente fatto un certo cammino nel passato. Sono giunto alla distruzione della bella città Sant’Elia. Fu sei anni fa, o tre anni fa? Per quanto tempo ancora rimarremmo qui incatenati? Vi sono però degli avvertimenti misteriosi nell’aria.

Alata

in sogno:

Slancio! Altaluce! Dove siete? Ho sognato il dolce peso dei vostri teneri corpi nel mio ventre... Tu, caro Slancio, coll’impeto selvaggio delle tue gambine mi stracciavi i fianchi! Tu, Altaluce, salivi, salivi, stringendomi il cuore come un’enorme calda lagrima! Vi benedico, vi benedico. Vi sento belli, tanto belli nel mio cuore, ma così lontani... Perché non venite a vedermi? Parlami tu, Slancio, dell’ultima vostra ora eroica. So quello che avete fatto per salvare i piani della città Sant’Elia. Tu, cara, bella Altaluce, hai tenuto stretto sul cuore il piano d’oro e lo hai difeso coi morsi! Alla ribollente e torbida folla dei Mollenti che offrivan la vita, tu urlasti: «Non li avrete! Debbo portarli a Dio. Non sono fatti per voi i piani della città.» Brava, Altaluce! Ma vieni, figlia mia. Ecco, sento il tuo fiato nel vento; è la tua gota sinistra che sfiora la mia? Sono i tuoi capelli? Dimmi, dimmi! Ma dove siete? Quale Dio vi ha raccolti? Forse il bianco Nazzareno? Vedete la sua seducente figura che viaggia nei cielo colle naviganti, azzurre colline di Galilea, molli delle lagrime di Maddalena? E il tramonto insanguinato del Golgota, e le nuvole curve come madri attente, tutte ferite di rosso? Avete bevuto la povera acqua del Giordano, lacerata e preziosa tra i sassi? Siete invece nel seno del Dio astratto, assoluto, Spiegazione totale, Dissetante eterno, Ardore continuo, Generosità inesauribile? O forse correte sulle immense


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