Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/585

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170.Rimira, e vi vedrai distinti e chiari
boschi, colli, pianure, e valli e monti.
Vedrai scogli ed arene, isole e mari,
e laghi e fiumi e ruscelletti e fonti,
provincie e regni, e di costumi vari
genti diverse, e d’abiti, e di fronti.
Vedrai con peli, e squame, e penne, e rostri
e fere, e pesci, ed augelletti, e mostri.

180.Vedi la parte ove l’Aurora al Tauro
il capo indora, e l’Oriente alluma.
Vedi l’altra, ove lava al vecchio Mauro
il piè di sasso l’Africana spunta.
Vedi lá dove sputa il fiero Cauro
su le balze Rifee gelida bruma.
Vedi ove il Negro con la negra gente
suda sotto l’ardor de l’asse ardente.

181.Ecco le rupi onde trabocca il Arilo,
che la patria e ’l natal sí ben nasconde,
liceo l’Eufrate, che per dritto filo
le due gran region parte con Tonde.
L’Indo è colá, che per antico stilo
fa di tempeste d’or ricche le sponde.
Quell’è il terreo, lá dove sferza e scopa
le sue fertili piagge il mar d’Europa.

182.Vuoi l’Arabie veder per te famose?
la Petrea, la Deserta, e la Felice?
Eccoti il loco a punto, ove t’espose
la trasformata giá tua genitrice.
Ve’ le rive di Cipro, ambiziose
d’una tanta bellezza abitatrice.
Conosci il prato ove perdesti il core?
È quello il tetto, ove t’accolse Amore?