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cosí sobria e semplice nella sua maniera, può misurare fino a qual grado di ricercatezza nello sviluppo e nella determinazione di queste situazioni liriche era giunta la poesia». Ma d’includerli mi è, proprio, mancato il coraggio; e, d’altra parte, entrambi possono considerarsi quasi varianti delle due canzoni Amori notturni e Trastulli estivi, che il M. accolse nella Lira, e che io ho dato perché coperte almeno da qualche velamento letterario. Delle composizioni cortigianesche, ho recato per intero due epitalami, che per tanti rispetti hanno stretta attinenza coi versi d’amore, ma dei panegirici soltanto un brano del Ritratto di Carlo Emanuele. E in altri due casi ancora non ho riprodotto componimenti interi: per il lungo idillio Atteone, del quale ho preso solo la parte centrale, il racconto dell’incontro di Atteone con Diana; e per la Strage degli innocenti, della quale mi è parso bastevole riprodurre alcune ottave; e anche queste soltanto per la giá ricordata popolaritá ottenuta dal poemetto, al quale il M. lavorò tutta la vita, e che riputava o diceva superiore alle altre sue opere, e perfino all’Adone.

Circa l’ordinamento, piú perspicuo e per ogni rispetto opportuno si offriva quello per affinitá di materie (che l’autore medesimo soleva a suo modo seguire); e ho aperto il volume con l’idillio La bruna pastorella (da non confondere con la Pastorella, menzionata di sopra, che è in ottave), perché, per alcune sue parti autobiografiche, può tenere il luogo di una prefazione dell’autore. Lo stretto ordinamento cronologico è soprattutto importante pei poeti, e in genere per quegli scrittori, la cui anima e mente si svolse a poco a poco e attraversò molteplici vicende: e questo interesse, nel caso del M., è debole, sebbene non sia del tutto assente. Ma, per quel tanto che può riuscire utile agli studiosi, la cronologia dei singoli componimenti si desume agevolmente dalla seguente tabella delle varie parti della mia raccolta:


PROLOGO. — La bruna pastorella. — Fu pubblicata la prima volta nella Sampogna, 1620; ma dal suo stesso contesto si ricava che fu composta quando il M. si accingeva a recarsi in Francia, ossia nel 1615 o giú di lí.


PARTE PRIMA. — Canzoni e madrigali amorosi.

i-iii Le canzoni dei baci. «Le canzoni de’ baci, primi tratti della sua penna (scrive il Loredano nella Vita del M.), corsero per Napoli accompagnate da tutti gli applausi»; e sono certamente anteriori al 1590. Furono raccolte nelle Rime del 1602.