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canzoni e madrigali amorosi 41

vii

amori notturni

     Quando, stanco dal corso, a Teti in seno
per trovar posa e pace,
Febo si corca e ’l dí ne fura e cela,
e nel tranquillo mar, nel ciel sereno
ogni euro, ogni aura tace,
dorme il marino armento e l’onda gela;
allor ch’emula al giorno,
Notte, spiegando intorno
il suo manto gemmato, il mondo vela,
e tant’occhi apre il ciel, quanti ne serra,
vaghi di sonni e di riposo, in terra;
     allor Lilla gentil, l’anima mia,
da la gelosa madre
e dal ritroso genitor s’invola:
indi, per chiusa e solitaria via,
di vaghe orme leggiadre
stampa l’arena, e, taciturna e sola
(se non quanto va seco
Amor per l’aer cieco),
mentre pesce non guizza, augel non vola,
rinchiusa in un beato antro m’attende,
antro che da le «fate» il nome prende.
     Io, cui lunge da lei grave è la vita,
tosto che ’l ciel s’imbruna,
conosciuto colá drizzo le piante.
Quasi notturno Sol, la via m’addita,
nuda e senz’ombra alcuna,
Cinzia, qual pria s’offerse al caro amante,
e giá ferir la miro