Pagina:Martinetti - Saggi e discorsi, 1926.djvu/165

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influenza politica per la diffusione della sua filosofia: si circonda di scolari servili ed arroganti, riempie le università di sue creature, le quali non hanno altro merito che di cantare in tutti i toni le lodi del maestro, e perseguita con animosità implacabile i suoi rivali. Ma il peggiore episodio di questo periodo è la sua denunzia di Fries, suo rivale fin dai tempi di Jena, che era stato sospeso per la sua partecipazione ai moti liberali studenteschi e che Hegel nella sua prefazione alla Filosofia del diritto denunzia pubblicamente al governo: fatto veramente turpe e disonorante che sollevò anche allora una generale indignazione. «È uno spettacolo doloroso, (scrive di lui un biografo benevolo, il Dilthey) vedere questo grande pensatore, uomo nel resto di carattere fermo e schietto, in una posizione ambigua che allontanò da lui i migliori uomini del tempo e lo accomunò coi peggiori. Egli pagò la sua potenza un grave prezzo. Egli diede anzitutto reale fondamento a quella condanna della filosofia ufficiale che va da Schopenhauer a Feuerbach ed a Nietzsche. Il disdoro, che Hegel e Schelling come filosofi di Stato hanno gettato sul nome puro della filosofia, è incalcolabile. È un tragico destino dei caratteri autoritarii nella vita scientifica che essi debbano pagare la loro influenza con compromessi e posizioni ambigue, che sono inconciliabili con le esigenze d’un pensiero indipendente ed obbiettivo».

Questo aspetto del carattere di Hegel ci spiega come nei rapporti dell’hegelianismo e del Cristianesimo egli si sia mantenuto sempre in una situazione equivoca, ad arte voluta ed a lui imposta dalla sua posizione ufficiale. Che Hegel non potesse prendere letteralmente il miracolo e la rivelazione si capisce. La via per un’intesa della filosofia con la religione non poteva essere che quella già aperta da Kant e cioè quella dell’interpretazione simbolica dei dogmi. La verità fondamentale della religione è per Kant la verità morale: i dogmi nascono dalla tendenza dello spirito a rappresentarsi sotto forma di persone e di eventi i rapporti e le idee fondamentali della vita morale. Ma mentre Kant procede per questa via con onesta chiarezza, Hegel aduna intorno a questo punto tutte le tenebre del suo pensiero e del suo linguaggio. Egli è abilissimo nel mostrare la debolezza intrinseca e il carattere arbitrario delle speculazioni teologiche, ma è altrettanto abile nel nascondere il carattere ra-