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libro i. 141

gione si trova nel contado di Siena appresso al Bagno a Maciareto1. Altra principale specie è di colore verde Lacedemonico appellato2: e simile a questa è quella del marmo Aùsteo e Tiberio3, il quale in se ha alcuna intricata canizia, trovato in Egitto.

Oltre a queste principali, nell’isola di Saxo e di Lesbo4, si trova alcune miste dalle predette differenti e di più varii colori. Un’altra diversità di pietra molto stimata porfirio appellata, la quale fu trovata in Egitto, per altro nome chiamata leuxtietto, di grandissima continuità, durissimo e difficile a lavorare: quasi rosso di bianco incarnato5, e punteggiato, alcuno più, alcun altro meno; oscuro simile a questo in più e più luoghi della marittima di Siena si trova, ma alquanto più oscuro, e principalmente in luogo detto l’Albarese, di gran saldezza6. Un’altra specie molto pregiata è nominata serpentino, ma per suo proprio vocabulo, è detta ophite7, in colore misto a similitudine di serpe, trovata in Egitto, e simile a questa è nel territorio di Volterra. Di un’altra ragione eziandio si trova simile al porfido detta granito di minore durezza: e questa è in tre diversità: alcuna bigia è di nero e bianco punteggiata: alcuna bigia di nero e rosso: alcun’altra bianca

    ed il Corsi lo credono quello ora detto bianco e nero d’Egitto, ed è un mirabil nero venato di bianco.

  1. Bagno di Macereto o del Doccio, a dieci miglia da Siena. Non conosco speciale descrizione di questa pietra.
  2. Il Lapis lacedaemonius, ora detto serpentino verde, non è un marmo, ma un porfido. È conosciutissimo.
  3. Il marmor augustum od augusteum, ed il tiberium descritti da Plinio (XXXVI, 11) sono ragionevolmente creduti il verde ranocchia ondato, ed il verde ranocchia fiorito.
  4. Saxo è error del codice: leggasi Taso, una delle Cicladi. Il marmo tasio ed il lesbio sono descritti come bianchi lividi da Plinio (XXXVI, 5), e questo più del primo. Vedasi Nibby De’ materiali usati negli antichi edifizi di Roma, pag. 27.
  5. È il porfido, che dall’aspetto dicevasi anche leucostictos, ossia punteggiato di bianco (Plinio XXXVI, 11), parola corretta da Hardouin in leptopsephos senza alcuna necessità.
  6. Non credo che alcuno abbia sinora notata la presenza del porfido nella calcarea stratiforme compatta dell’Alberese nella maremma Grossetana. Vedremo poche righe più sotto una curiosa osservazione fatta dall’autor nostro in simile materia.
  7. L’ophites degli antichi appartiene alle classe delle nostre serpentine, da non confondersi col serpentino degli scalpellini: l’autore qui, al solito, segue Plinio. Nel territorio di Volterra, come in altri luoghi di Toscana, trovansi bellissime serpentine o gabbri verdi di molta rassomiglianza col verde ranocchia, che il sig. Corsi tiene per l’ophites.