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Cullen, Vogel, Macbride ec. studiavansi di raccogliere in gruppi naturali le malatie, fondandosi sul criterio di alcune comuni manifestazioni. Ma, ad onta dell’utile scopo e della tendenza al progresso, dovendo spesso vagare fra seducenti teorie ed ipotetiche spiegazioni, e per le osservazioni d’altronde incompiute e superficiali che segnarono il punto di partenza, si tolsero tante volte dal più diritto cammino.

Sul declinare del secolo scorso considerata da Cullen la poca importanza data da Haller nella sua Fisiologia al sistema nervoso, e la quasi esclusiva influenza per questo autore attribuita nelle vitali manifestazioni alle fibre muscolari, giovatosi degli studj di Willis, Pacchioni, Baglivi ed Hoffmann, lo riguardò siccome il principio delle diverse funzioni dell’organismo; raccolse tutta la sua mente sul sistema nervoso, pensando che da questo figliassero tutti i fenomeni della vita, che fosse il primo a sentire l’influsso degli esterni fattori, l’agente primario del senso e del moto, la sede precipua delle patologiche lesioni: l’unico sistema infatti, sovra cui le potenze terapeutiche siano capaci a spiegare tuttaquanta la loro efficacia. Questi pensamenti gettarono interamente l’oblio sovra qualsivoglia mecanica ed umorale teoria, dando le fondamenta del più perfetto solidismo. Ma più di quello che convenisse difondendo il suo genio di sistematizzazione, tenne raccogliersi nell’atonia e nello spasmo ogni patologico mutamento; imaginando di spiegare per queste