Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/254

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«Proseguii a parlare per molto altro tempo: i miei discorsi erano realmente eloquenti, ma vi si trovavano delle incoerenze, e di tanto in tanto delle cose inconvenienti. Perciò mio padre mi rispose: voi non fate che aggravare il vostro delitto nel mentre che volete farlo ricadere su di un altro; siete stato sempre violento, caparbio e ribelle. Se volete dimostrarmi la vostra sommessione datemene una prova con promettermi di non più tormentarmi ponendo in campo un’altra volta questo doloroso soggetto. La sorte di vostro fratello è fissata. Giuratemi, che non pronunzierete più il suo nome, e che.... Giammai, giammai, esclamai, violerò la mia coscienza con un simile giuramento! Il tuono deciso col quale pronunziai queste parole, non m’impedi d’inginocchiarmi avanti il mio genitore, e perfino avanti nostro zio dicendogli: ah! muovetevi a pietà della nostra infelice situazione! ristabilite la pace in una famiglia disperata! riconciliate un padre co’ suoi due fi-