Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/271

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che un agente; mi hanno corrotto, tradito. Allora io fremo, mi alzo grondante di sudore: per me non v’ha più riposo; mi ha abbandonato perfino l’appetito. Piacesse a Dio che voi foste già fuori di questo recinto, o che io non avessi giammai servito alla vostra liberazione, che in tal modo eviteremmo ambedue le eternali fiamme.

Mi sforzai di tranquillizzare cotest’uomo e di assicurarlo, lui non correre alcun pericolo; nulla però potè rassicurarlo, meno l’asseveranza sincera e solenne, che l’involto che lui consegnava, era l’ultimo del quale io pensava d’incaricarlo; questa promessa gli restituì un poco di calma; ma io sentii per parte mia, che i rischi annessi alla mia intrapresa andavano ad ogni momento a moltiplicarsi.

Il portinaio era fedele, ma timido; e qual mai confidenza può mettersi in un uomo, che con la destra ci serve intanto che la sinistra cerca di trasmettere il vostro segreto per tranquillizzare il suo spirito? Cotesto pe-