Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/139

Da Wikisource.
130

e diceva fra sè, forse chi sa! Cotesta è l’ultima parola, che cessa di sortire dalla bocca di un amante. Pare Eleonora abbandonando le sue pretensioni al cuore del suo amante si contentava degli sguardi di lui soltanto, e diceva a sè medesima: Purchè io lo vegga sorridere, quand’anco non dovesse esser per me! Mi basta di vivere alla presenza di lui: il suo cuore sia pure d’un’altra, non m’importa; uno de’ suoi sguardi potrà talvolta rivolgersi verso di me: questo mi basta.

Intanto la zia puritana d’Eleonora credette opportuno verso quest’epoca di fare uno sforzo per ritrarre la nipote da ciò che ella chiamava aguati del nemico. Le scrisse, non senza difficoltà, una lunga lettera onde scongiurarla a ritornare presso di quella, che aveale servito di guida nella sua giovinezza. Dopo aver essa impiegati tutti gli argomenti spirituali, che potè immaginare, aggiunse che la mano che vergava quelle linee, presto non sarebbe più in grado di reiterare l’invito; e forse sa-