Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/177

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ra gettò un grido di gioia, il cui rumore risvegliò il padre Giuseppe che, all’avvicinarsi del giorno, vinto dal sonno, erasi addormentato sopra una sedia. Egli accorse con quella prontezza, ch’egli permetteva la sua naturale rotondità e la maraviglia fu in lui al colmo quando vide Isidora. Non lo disturbiamo, disse egli; e si ritirava. — O padre mio! non mi abbandonate, esclamò donna Chiara, in tanta estremità! Ciò che noi veggiamo è opera di magia, degli spiriti infernali! non la pensate voi, come me? Questa interrogazione era molto imbarazzante, tanto più che il buono ecclesiastico quantunque di un fondo eccellente, non aveva poi una istruzione molto profonda. Avrebbe voluto rispondere a donna Chiara in una maniera soddisfacente; ma il fatto sta che non seppe in quel momento spiegare ciò che vedeva.

Il punto più essenziale per donna Chiara era di nascondere, se fosse stato possibile, la momentanea assenza di sua figlia; onde sentì rinvigorire il suo