Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/234

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nondimeno egli si alzò dimandando che ora fosse, ed avendogliela essi indicata: la mia ora disse, è venuta; ma voi non dovete esserne testimonii. L’orologio della eternità sta per battere l’ora fatale, ma il suo squillo non deve percuotere orecchio mortale!

Mentre egli in tal guisa favellava i due si erano a lui avvicinati, e videro con sorpresa ed orrore il cambiamento che si era fatto ne’ lineamenti di lui. Lo splendore terribile de’ suoi occhi era già scomparso prima della loro ultima confabulazione; ma adesso i segni della decrepitezza erano visibili su tutto il suo corpo. I suoi capelli erano bianchi come la neve; la bocca era rientrata; tutti i muscoli rattratti. Egli medesimo trasalì al vedere l’impressione che il suo aspetto fece sopra di loro: Voi vedete ciò che io sono, esclamò egli l’ora dunque è finalmente venuta! sento la chiamata e deggio obbedire! bisogna che io eseguisca altri comandi! Quando una meteora brillerà nell’atmosfera, quando una cometa affretterà