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età IIa o delle genti primitive: disperisione 419

finalmente e principalmente, in tutte queste regioni di Ift e di qua dell’Indo-Kouscb, noi veggiamo collocate le origini del genere umano od anzi del terzo del genere umano, in quel libro di Zoroastro, che non imporla qui quanto sia più o meno antico, ma che è senza dubbio il libro più originale su tutte quelle genti primitive.1 Quindi non parmi oramai da dubitare: là uno de’ centri primi e principali delle genti Giapeliche ci è dato da tutta la storia profana. E là intorno ci sono accennate dalla Bibbia due delle schiatte Giapetiche; quella di Madai, della identità della quale co’ Medi non fu dubitato mai nè si può dubitare, ritrovandosi il nome loro così scritto sempre nel séguito della Bibbia; e quello di Magog, di che fu disputalo molto, ma che trovandosi pur nel séguito della Bibbia congiunto sovente con quello di Gog, e l’uno e l’altro collocali dove trovansi nelle storie profane i Géti e Messageti, credonsi identici da tulli oramai. Se poi questi Gog e Magog biblici, Geli e Messageti degli scrittori profani, fossero pure i medesimi che gli skelos cbe si trovano nomati ne’ monumenti Egizii, che gli Sciti de’ Greci e de’ Latini, e forse che i Goti del medio evo, io lo crederei, ma ne lascio volentieri disputare altrui.2

XI. Ancora, un altro nucleo di genti Giapetiche ci è pur dato, se ben s’attenda, dalla storia profana. Secondo questa tutta, la nostra Europa fu, non dirò già popolata, ma penetrata da quattro antichissime invasioni continentali ed orientali (non tenendo conio nè delle minori e dubbiose, nè delle poche e sparse colonie marittime Fenicie). — La prima fu senza dubbio quella degli Iberii che si veggono stanziar nel settentrione o forse in tutta la nostra penisola detta già Ibe-

  1. Dell’antichità ultra-storica di Caboul e Balk vedi Burnes, Voyage à l’Indus ec., tomo II, pag. 189, 227 (trad. fr.). — De’ libri di Zoroastro fecesi già grande abuso contra la Bibbia. Or sarebbe tempo di farne uso ad illustrazione di essa. I due primi Fargars del Vendidad sono notevoli, il 2° per le reminiscenze che vi si trovano della storia d’Adamo (Dschem-schid); il 1° per la geografia primitiva delle genti Giapetiche orientali. Vedi Anquetil Duperron, tomo I, parte II, pag. 261 e seg., o meglio la traduzione ultima di Kleuker, di che non conosco che questo squarcio in Heeren, loc. cit., tom II, pag: 357, trad. fr.
  2. Vedi Rosenmüller, loc. cit. E di questa interessante benché lontana quistione disputa ampiamente il dottissimo Troya nella sua introduzione alla Storia d’Italia, Napoli 1839.