Pagina:Meditazioni storiche.djvu/323

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ne’ monumenti egiziani. Qual meraviglia che s’adoprasse a ciò che era forza, spinta, bisogno, destino peculiare di quell’età, la trasmigrazione? Io credo che noi non ci facciamo nn’idea adequata di quella spinta interna universale. Anche oggi, ogni giovane (non compresso da qualche corroda atmosfera del paese o della casa) appena guarda al mondo, a questa nuova abitazione sua, ed egli aspira a conoscerla, a goderne, a prenderne percorrendola quasi possesso. Il genere umano giovane non fu diverso; né dovette aver mestieri d’una continua intervenzione soprannaturale ad adempiere il precetto divino di spargersi e moltiplicare. Chiunque ha casa nuova, la cerca tutta prima di scegliervi slama; le genti vagaron molto, dico inutilmente, soverchiamente, più che non era necessario, prima di stanziare ciascuna; vi fu lusso di vagabondaggio; non il vagare ma lo stanziare fu effetto di necessità.—Del resto, per queste medesime ragioni, non si vogliono escludere né l’altre migrazioni orientali delle genti Tartariche per il settentrione dell’Asia e per l’isole e lo stretto di Behring; né quelle occidentali delle genti Fenicie per il Mediterraneo, lo stretto di Calpe e l’isole intermediarie del mare Atlantico; né finalmente quelle pnr occidentali delle genti scandinave per l’Islanda e la Groenlandia. Non che possibili, elle mi paiono Intle probabili, con quella gran forza diffusiva, con que’3500 anni di tempo che dovettero bastare a tutte; ed io credo che a tal conchiusione per cosi dire eclettica, anziché a ninna esclusiva, verranno le ricerche conscienziose che si van facendo dell’origini americane.1 Ma, di nuovo, il fermarci a queste sarebbe uscir dell’economia dell’opera nostra; ed avremo occasione di tornarvi, quando intanto saranno forse sorti nuovi fatti, nuovi fonti per noi. Come la civiltà, cosi la coltura cristiana va più ratta che non noi; e compie il magnifico giro suo più agevolmente che non possiamo noi

’ Confr. Humboldt, Examen critique de la Giographiedu nouceau confine»»*, e le pubblicazioni dell’Accademia degli antiquarii di Copenhagen. £ può vedersi pure l’opuscolo Analyte dei traditiom religieuses despeuplui*digène» de l’Amérique, Genève 1840; benché cada talora nel vizio di portar troppo lungi quelle tradizioni bibliche cbe sono speciali alla gente israelitica od all’Asia occidentale