Pagina:Melloni - Relazione intorno al dagherrotipo, Napoli, 1839.djvu/4

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be assai meglio aspettare la pubblicazione ormai sicura del segreto, affin di renderla nello stesso tempo consapevole, e dell’effetto artistico di questo portentoso ritrovamento, e di tutto quanto spetta alla sua parte storica e scientifica; l’osservazione fu gentilmente accolta ed approvata.

Passavano appena alcune settimane, ed il rescritto ministeriale addottato da ambe le camere, imponeva al Dagherre il dovere di rivelare alla Francia ed al mondo intero le sue misteriose operazioni: lo che egli fece nel modo il più soddisfacente confidando ogni cosa ad una commissione dell’Istituto la quale espose minutamente il processo per bocca del suo relatore Arago, in una solenne adunanza di quell’illustre corpo Accademico: questo secondo rapporto fù poscia stampato nei principali fogli di Francia, e tradotto in quasi tutti i giornali esteri. Non contento di tanta pubblicità il Dagherre consacrò parecchie sessioni a diffondere la pratica de’ suoi metodi operando in presenza di un numeroso uditorio, e mostrando scrupolosamente ogni più minuta avvertenza: egli stampò anche un opuscolo su questa materia, ed indusse alcuni speculatori a riunire in un sol corpo gli oggetti, e le sostanze necessarie all’uopo; ed oggidì si trovano presso i principali ottici di Parigi, ed oramai sparsi per tutta Europa, codesti apparecchi conosciuti sotto il nome di Dagherrotipi. Io avrei voluto soddisfare sollecitamente all’assunto carico; ma la stagione avanzata non mi lasciava la possibilità d’informare l’Accademia di questi fatti innanzi il tempo delle vacanze, e mi vidi costretto a sospendere la mia narrazione sino alla riapertura delle nostre sessioni.

Intanto l’arte nuova progrediva rapidamente. Dagherre era giunto con una rara costanza ed una sagacità impareggiabile e, direi quasi, istintiva, alla scoperta del suo metodo