Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/225

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ighiamo sforzandola invece a crescere stentatamente e a fiorire di mala voglia nei nostri giardini.

Milla è stata china, a guardar la macchia, per un po' di tempo. Finalmente si rizza, e, voltandosi, chiama:

— Giuliano!

Ogni traccia di malattia è scomparsa dal suo visino il quale è ormai più tondeggiante e suffuso d'un lieve incarnato. La personcina è sempre snella e minuta, ma le angolosità d'un tempo si vedono più. Milla veste un'elegantissima matinèe di mussola bianca ricamata, adorna d'un profluvio di fiocchi azzurri e fiorellini rosa.... Sta veramente benino quella gentile creatura; il vento fresco del mattino le ha alquanto scomposta la capigliatura, ed i capelli biondi piovono alla rinfusa sulla fronte, adombrando quei cari occhi castani, pieni di luce, di gioia e d'amore.

— Giuliano! — ripetè a voce più alta, voltandosi verso la finestra d'un salottino a terreno.

Giuliano, obbedendo a quel gaio appello, comparve