Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/230

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Giuliano fece una strana smorfia, e balbettò fra i denti qualche parola.

— Ma stavolta — continuò Milla — questo capriccio me lo voglio levare. Sissignore, giocherò anch'io, e vedremo se la perdita di qualche migliaio di lire farà venire, a me pure, la faccia da scomunicato che avevi tu, la sera, quando tornasti.

Le venne voglia di ridere, e rise infatti, celando il visino nella profumata bianchezza delle rose.

Egli s'era voltato bruscamente; per buttar via lo sigaro.

Una brezza freschina passava di lì, suscitando nell'erba un tremolìo di amoerro, e facendo dimenar le cime alle rose, come se fossero tante testine di piccole fate dubbiose. Milla alzò di nuovo il viso, aspirando con gioia la frescura di quell'arietta.

Girò attorno lo sguardo, vide quella bella villa signorile, così idilica, colla sua verde cintura di