Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/250

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d'oro così ben pettinata, si sentiva fremere e ribollire il sangue? Oh, no! non s'era mai potuto avvezzare a vederlo, a saperlo padrone, quell'intruso, quel gaudente, che tutto doveva all'amore d'una donna, e che, per rimeritarla, l'aveva un tempo resa infelice, l'aveva quasi condotta sull'orlo della tomba!... Drollino taceva, mordendosi le labbra, quando sentiva dai suoi compagni, o dai contadini, vantare l'attuale condotta di Giuliano; e quando lo vedeva accanto alla Duchessa, gli venivano degl'impeti violentissimi d'avversione. La diffidenza continuava, acre, spietata, nutrendosi del proprio elemento. Ora che non aveva più una ragione positiva di odiare quell'uomo, Drollino capiva d'odiarlo maggiormente. C'era dei momenti in cui gli veniva come un insano rammarico che Giuliano avesse lasciata la Russa. Pure egli avrebbe data la vita perchè Milla fosse felice.... Cos'era dunque questa contraddizione strana.... questa sensazione? Rimaneva come sbigottito da questa lotta interna, ch'egli non sapeva