Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/28

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Ma non si lasciava mai cogliere sul fatto. Con tutto ciò era un ragazzo simpatico... aveva certe qualità indicatissime pel suo mestiere. Oltre ai cavalli adorava il suo padrone. Gli rubava i limoni è vero, ma per lui si sarebbe fatto ammazzare, quando occorresse. Per Drollino il possessore di tutti quei cavalli, di quella tenuta immensa non poteva essere un uomo come gli altri. Era maestà infinita, senza pari. E quando pensava che, se il padrone non si rimaritava, tutta la tenuta, la villa, lo spazio immenso delle campagne apparterrebbero un giorno a quella creaturina vestita di bianco che giocava nel viale, la bambina assumeva ai suoi occhi un aspetto fantastico; diventava un essere straordinario anche lei, come una specie di deità, destinata a uno splendore incomparabile di avvenire. In quello, al povero Pedrolo, il padre di Drollino, accadde un brutto caso. Un puledro mal domo, ch’egli stava governando, gli sferrò un calcio terribile nella coscia. Il poveretto ebbe a restare coricato