Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/302

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Drollino cessò di pensare. Sorrise, alzò la pistola e sparò.

Fu un tonfo terribile.

Subito, in strada, s'udì un galoppo sfrenato, poi un grido di donna disperato, acutissimo.

Drollino balzò in piedi, s'avventò al vertice del muricciuolo e guardò in giù.

Mia, furente, fuggiva a precipizio per la discesa con degli sbalzi violentissimi. Il Duca, stravolto in viso, tirava le redini a dritta e a sinistra con tutta la forza dei polsi; accanto a lui, invece di Battista, c'era una donna.

Teneva il capo rovesciato all'indietro, il cappello le era caduto, e Drollino ravvisò la Duchessa.

Rimase un secondo come fulminato. Poi urlò — Cristo! — s'avventò all'altro lato del muricciuolo, spiccò un salto e cadde sulla via. Si rizzò colle mani insanguinate. Mia, in preda al suo parossismo di terrore, precipitando per la china giungeva in quel momento. Faceva scarti