Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/312

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libera; il giovane portava ogni tanto alle labbra un fazzoletto bianco, e lo ritraeva quindi macchiato di sangue. Una benda bianca gli serrava di sbieco la fronte, e lasciava vedere soltanto l'occhio sinistro stranamente quieto e profondo, d'una luminosità quasi paurosa. Qualche chiazza di sangue qua e là sulle lenzuola.

Il Duca, col cuore stretto da un'angoscia profonda, sedette appiè del letto, su una seggiola che la vecchia gli aveva premurosamente recata. Salutò l'ammalato, e cercò d'intavolare qualche frase di conforto e di speranza. Ma non proseguì. L'occhio di Drollino s'era repentinamente fissato su di lui con una forza così intensa di divieto che il Duca smarrì il filo del discorso, e tacque.

Drollino alzò la mano che reggeva il fazzoletto, guardò la vecchia, e, con quel cencio insanguinato, le accennò la porta.

La vecchia allibì, rimase un momento in forse; poi, completamente dominata, uscì senza far rumore.