Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/315

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— A me.... nulla — rispose Drollino fra due sibili. — Ma perchè guidava Mia? e perchè voleva far morire la nostra.... signora?

— Io? — gridò inorridito il Duca; — ma tu sei impazzito?

— No, — rispose Drollino, — l'ha detto il dottore.... e non era giusto ch'ella morisse.... per causa sua.... Si ricordi.... l'autunno scorso....

Il Duca cominciava a capire. Si fece pallidissimo; cercò invano, con uno sforzo disperato, una parola di diniego, di scusa da gettare in faccia a quel morente. Ma non la trovò, e non poteva mentire davanti a quell'occhio unico che lo guardava immobile.

Drollino gli accennò d'avvicinarsi.

— Non abbia paura, — continuò, serbando sempre quel funebre simulacro di sorriso — ora, ora.... vede bene.... è finita.

Si fermò, la voce gli venne meno in uno schianto di tosse, che gli empi la bocca d'una salivazione sanguigna.