Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/52

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inverno, d'un malore acutissimo, mentre la Milla, nel suo grandioso e signorile convento, cominciava ad abituarsi a quella vita di reclusa, a farsi adorare dalle sue compagne, e a innamorarsi perdutamente della superiora, di sette suore, di due converse e di quattordici compagne, e parlava di farsi monaca per star sempre con loro.

E così avvenne che, per otto anni seguiti, la grandiosa villa rimase chiusa. Invano, nel giardino ridente, i fiori olezzarono instancabili; invano nella serra maturarono gli ananassi; invano l'allevamento equino diede lietissimi risultati. Nessuno venne ad abitare quelle camere, sempre chiuse, coll'atmosfera greve d'un odore di muffa e di tarlo. Gli agenti soltanto andavano e venivano per conto dell'attuale proprietaria di tutte quelle immense ricchezze; e questa era un'educanda umile ed affettuosa, che non sapeva nulla del mondo e della vita, e aveva un cuore grande grande, grande, e una statura piccina, piccina, piccina....



II.