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SAGGIO


DI ALCUNE ESPERIENZE ANALITICHE TENTATE SOPRA UN FLUIDO LATTEO RESO DALLE VIE URINARIE D UNA GIOVANE DONNA.


Di Giambatista Canobio


Letto nell’adunanza delli 4 maggio 1823.




IL breve saggio che presento è estratto da una piccola raccolta di esperienze analitiche, ed osservazioni sulla composizione di diversi prodotti animali alterati, che mi venne fatto di osservare, e intorno alla quale mi sono da qualche tempo dato interamente. Confesso, che non senza qualche dubbiezza lo fo di pubblica ragione, non solamente perchè esso è il risultamento de’ primi saggi da me fatti sulle materie animali, quanto perchè la schifezza dell’obbietto stesso sulle prime produsse in me una certa ripugnanza, nell’intraprendere le sperienze, e un disgusto nell’eseguirle. Nulla di meno pensando che un accidente come questo che a me si presentò assai raramente occorre, e si osserva, ed altronde le esperienze da me fatte essendo bastantemente fondate, avverate, ed a mio parere concludenti, ho giudicato di non doverne tacere i risultamenti ai quali son pervenuto.


Caratteri fisici del liquore latteo che presi ad esaminare.


L’aspetto del liquor latteo in generale era bianco, ma una materia di figura sferica, della larghezza di cinque pollici circa, quasi galleggiante mostravasi d’un bianco più netto, e denso, e per la sua consistenza analoga presso a poco a quella della crema di latte comune, segnala soltanto nei lembi da qualche striscia di sangue. Il tutto era porfettamente inodoroso, aveva un sapore dolcigno, e parvemi alcalinico. Lo tolsi dal vaso bianco di terra di pippa, in cui mi fu portato, colla massima diligenza, per evitare la mescolanza della srparazione operatasi naturalmente, col