Pagina:Memorie della Accademia delle Scienze di Torino, Tomo XXIX.djvu/675

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posseduto dal re francesco i. 229

che si pubblicasse un Saggio o facsimile di que’ caratteri, con cui venne scritto, vale a dire: literis novioribus et stilo venustissimo, che doveano essere diversi da quelli allora comunemente adoperati. Intanto conchiuderemo questo breve cenno intorno al sopradescritto Manoscritto del Petrarca, già appartenenle al Re Francesco I; con osservare, che, anche durante più d’un intiero secolo dopo l’invenzione resa comune della stampa, si conservo l’usanza di presentare ai Principi e gran Signori i libri dedicati loro, o per essi destinati, scritti a penna da Calligrafi pulitamente, in sottili membrane candide, miniati ed ornatissimi. Stupendi Codici con miniature elegantissime di opere del celebre Claudio di Seyssel Arcivescovo nostro di Torino si conservano nella Biblioteca della Regia Università; e senza dilungarmi a recarne in mezzo altre prove, basti l’esempio del libro contro Lutero indirizzato a Papa Leone X. dal Re d’Inghilterra Enrico VIII. non ancora pervertito, scritto a penna in pergamena, che tuttora si conserva nella Biblioteca Vaticana.