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del cav. di s. quintino 257

Εὐτύχι invece di Εὐψύχει, ed interpretata pel nome del defunto. Si può vedere ciò che lasciò scritto su questo particolare il dotto Kirker nel suo Edipo egizio.1

Ed anche adesso, fra tanta dovizia di cose antiche egiziane, non più di due o tre mummie sì fatte sono ben conosciute in Europa. Alcune altre ve ne debbono essere nel nuovo museo britannico: ma queste, nello stato di confusione in cui si trova tuttavia quella bellissima collezione, non sono state per anche esposte al publico, nè fin qui, ch’io mi sappia, esaminate od illustrate da alcuno.

Fra queste mummie quella di cui si è più parlato finora è quella recata ultimamente a Parigi dall’intrepido viaggiatore il sig. Cailliaud. Ma convien pur confessare, che, per quanto quel raro monumento sia stato colà proclamato come cosa unica2, e che ingegni chiarissimi abbiano preso ad illustrarlo3, le sue varie iscrizioni si trovano ridotte in sì misero stato, che la greca epigrafe, senza parlare del rimanente, la quale era composta da prima di ventisette vocaboli, ora appena ne presenta sei o sette abbastanza conservati da potersi leggere senza stento; di modo che si può dire che sia stata piuttosto imaginata che letta o supplita dal suo perspicace commentatore.

Ma, valga il vero, la mummia che, sotto quest’aspetto, è veramente da pregiarsi sovra ogni altra, e per la sorprendente sua conservazione, e per le sue diverse scritture, e per le notizie che ne può somministrare, non è fin qui ben conosciuta ancora. Essa era già da qualche tempo nei magazzini di Livorno confusa col resto della collezione del Cav. Drovetti; ora, grazie alla munificenza sovrana, fa parte anch’essa di questo regio museo egiziano, ed è senza fallo uno de’ suoi più belli e preziosi ornamenti.4


  1. Kirker. Oedyp. Aegypt. Vol III Synt. XIII cap. 4. p. 405.
  2. Revue encicloped.. Paris. Septembre 1823. p. 770.
  3. Letronne. Observ. sur un zodiaque égypt. p. 13. Paris 1824.
    Champollion. Lettre à M. Letroniit sur la momie rapportée par M. Cailliaud. Paris 1824
  4. Io ebbi campo di ben esaminare in Livorno questo raro monumento quando fui colà