Pagina:Memorie per servire alla vita di Dante Alighieri.djvu/145

Da Wikisource.
138 memorie

diversi riscontri può rilevarsi che costui scrisse sotto la disciplina del nostro maggior Poeta prima de’ tempi di cui parliamo, giacchè dichiara fino da’ suoi teneri anni averlo avuto per maestro,1 e visse certamente avanti l’anno 1334. in età matura2, ma non implica contraddizione che profittasse de’ di lui insegnamenti anche verso il detto anno 1313. Questo Ubaldo, figlio di Bastiano, dice nel citato Teutelogio, che apprese Lettere Greche da Dante;

    telogio. Liber primus incipit editus ad felicissimi nominis gloriam invictissimi et illustris herois Domini Caroli Ducis Calabriae primogeniti Serenissimi Principis Domini Roberti Ierusalem et Siciliae inclyti Regis» Dopo il Proemio in un Elegia seguono le X. collazioni in cui è diviso, delle quali i titoli sono: I. Anepigraphus. II. De crudelitate mortis. III. De varietate mortis. IV. De malitia humani generis. V. De biformi facie mortis, et ejus adulationibus. VI. Utrum aliquae qualitates hominum ab ictibus mortis eripiant, et primo de scientia. VII. De pulchritudine. VIII De dignitate. IX. De Fortitudine. X. De nobilitate, et divitiis. Il secondo libro che tratta de Bono mortis è diviso in sei collazioni cioè: 1. De pulchritudine mortis, et ejus desiderio. II. De similitudine animae humanae cum angelis per mortem. III. De comtemptu praesentis vitae, et de gloria provenienda per mortem. IV. Ex quot, et ex quibus causis mors proveniat. V. De visione Dei, et supernae patriae per mortem. VI. De proprietatibus Angelorum bonorum, et malorum et eorum officiis. Il 3.° finalmente ragiona de septem peccatis vitiis capitalibus, ed è distinto in VIII. collazioni così: I. De superbia. II. De avaritia, ejus et effectibus. III. de luxuria et ejus effectibus. IV. de gula et ejus effectibus. V. De ira et ejus effectibus. VI De invidia et ejus effectibus. VII De accidia et ejus effectibus. VIII De inobedientia, et de mortis remediis.» Il. nome dell’autore comparisce solo nella VI. collazione del libro III. e nella collazione IV. del lib II. indicata sua patria Gubbio.

  1. Vedi le parole riportate nel luogo citato. Altrove, cioè nell’ultima collazione del III. lib. s’impara che ebbe ancora per maestro il celebre Canonista Giovanni D’Andrea Mugellano.
  2. Nel Proemio sparge gran lodi a Giovanni XXI. detto XXII. il quale regnò dal 1316. al 1334. Sicchè non avendo potuto scrivere Bastiano che in questo intervallo di tempo, e nel medesimo essendo già dovuto essere bene addottrinato, è da concludersi che ascoltasse Dante prima del 1313. Mi nasce però quì sospetto che questo Bastiano poss’esser figliuolo di Busone lodato nel citato sonetto, perchè ritrovo Bastiano nei discendenti di Busone come può riscontrarsi nel suddetto trattato del Raffaelli.