Pagina:Memorie per servire alla vita di Dante Alighieri.djvu/78

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di dante alighieri. 71

cipio del nono anno dell’età sua1; e da quel giorno in poi fino che visse, non potè di questa Donna scordarsi, la quale tanto per tempo gli aveva fatto soffrire tutti gli strani accidenti dell’amore2. Se questa Beatrice fosse stata la sapienza, doveva Dante per cagion sua risentire tutti i moti, che ci raccontano aver sofferti coloro, i quali hanno sfogato nei loro versi l’amorosa passione? Ma niente altro ci vuole per ismentire quelli che pensano, che Dante non parlasse di un’oggetto terreno, quando pianse, sospirò, si dolse per Beatrice, che leggere il Canto trentesimo, e trentesimoprimo del Purgatorio, ove racconta in qual forma lei, discesa dal cielo, venisse ripreso per la sua mala condotta3: fra le altre cose ella dice:

    era senza fallo; e perciò Beatrice non era un’Ente ideale e metafisico, come lo suppone il Biscioni, e tutti coloro che sono del suo parere.

  1. Vita nuova.
  2. Sarebbe troppo lungo partito l’epilogare quanti sospiri, quante lacrime, quanti sogni, e quante smanie ci dice Dante ne’ suoi versi, e nelle sue prose aver sofferti per Beatrice; e basta osservare, per concepire la follìa del suo amore, che egli faceva consistere la sua felicità nel sentir lodar la sua Donna. Leggasi poi il Sonetto che trovasi inserito nella Vita nuova, e che principia

            «Tutti li miei pensier parlan d’amore.

  3. Bandini nel suo catalogo de’ codici latini tom 1. pag. 65. porta un passo di Sebastiano Eugubino che scopre alcuni trascorsi di Dante nella sua gioventù; e ciò nel suo lib. 3. § 3. de luxuria pag. 209. Seppur non sia una erronea interpretazione dei suoi medesimi detti, come pensa il Dionisi nella sua Serie di aneddoti, e specialmente di Ubaldo, che i detti di Beatrice al 3° del Purgatorio:

              Questi fu tal nella sua Vita nuova
              Virtualmente, ch’ogni abito destro
              Fatto averebbe in lui mirabil prova,

    così tradusse: Dantem Alegherii ... inter humana ingenia