Pagina:Memorie storiche della città e del territorio di Trento.djvu/207

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dere ad altro tempo il castigo loro dovuto. Intanto la malignità e la malevolenza avevano falsamente accusato innanzi al trono dell’Imperatrice Regina Maria Teresa Cristoforo Sizzo d’aver egli ordinata segretamente a’ suoi sudditi o permessa la demolizione della casa del dazio sul Lago di Garda. Non sapendosi, quali potessero essere gli effetti del risentimento e dello sdegno per tal cagione contro di lui della Imperial Regia Corte, egli dovette starsi in questo penoso ed amaro stato per due interi anni, finchè la verità trovata in fine fortunatamente la via onde farsi conoscere distrusse interamente l’opera della menzogna. Essendo poi stata da Cristoforo Sizzo ordinata la continuazione del processo contro i rei della demolizione del dazio, i tre primarj autori del delitto, che uniti al Vedovelli avevano sedotta la cieca moltitudine, furono per sentenza del Consiglio aulico di Trento condannati alla pena di morte, ed ebbero sulla piazza di Stenico dalla spada del carnefice tagliate le teste. Gli altri poi condannati furono in più o men gravi pene, con aver però tutti provato gli effetti della sovrana clemenza sì del loro natural Principe, come dell’augustissima Maria Teresa.

Il Vescovo Principe Cristoforo Sizzo già nel principio del suo governo sottopor dovette il Principato di Trento ad una nuova contribuzione chiamata comunemente la Steura, di cui dobbiamo da più alti principj ripeterne