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46 memorie storiche della città

si raccoglie da Gregorio Turronese1, e da Paolo Diacono2 dalla Sciampagna venuti fa a Mez in Lorena passarono per gli Svizzeri, e pervenuti al monte S. Gottardo si divisero. Andualdo (uno de’ capitani Franchi) volgendosi a destra si condusse direttamente a Milano, e Cedrino (altro capitano) piegando a sinistra per la Valtellina passò nel Trentino, il che non potè succedere se non per la via della Valle di Non, e pel passo detto oggidì il Ponte di Legno.

Tredici anni dopo nuova calamità e maggior pure della prima avvenne alla Naunia ed al Trentino. I Franchi invasero un’altra volta l’Italia con forze maggiori di quelle, con cui vi vennero nella prima invasione. Due erano i principali Duci dell’esercito Franco, Andualdo e Cedrino. Giunti sulle Alpi Andualdo scese sul Milanese, e Cedrino piegando a sinistra penetrò nella Rezia, e s’inoltrò fino a Verona. Il racconto, che ne fa Paolo Diacono, è il seguente: Cedrinus autem cum tredecim Ducibus lævam Italiæ ingressus.... Per Placentiam vero exercitus Francorum usque Veronam venerunt, et deposuerunt castra plurima.... Il Marchese Maffei, e l’Abate Tartarotti hanno dimostrato, che il testo dello storico longobardo, ove dice per Placentiam, è evidentemente guasto per fallo dei

  1. Lib. 10. cap. III.
  2. De gestis Longobardorum lib. 3. cap. 30.