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Nel mese di luglio 1855 passò in Ceva, sua patria, alcuni giorni di breve accordatogli permesso, ne partiva li 25 stesso mese per non tornarvi mai più.

Per cortesia dell’egregio sig. avvocato Gioanni Rebaudengo suo fratello, posso citare qui i tratti più interessanti della ultima lettera che gli scrisse da Sassari li 4 successivo agosto.

    « Fratello Carissimo,

Discorrendo teco della traversata da Genova a Porto-torres parlava di 24 o 30 ore al più nella speranza che vi fosse uno dei soliti vapori, ed invece pella corrispondenza del 25 luglio venne impiegato il piroscafo il Salvatore impotente a camminare che salpato da Genova la mattina del 25 verso le ore 9 ½ approdava stentatamente alle ore 8 ½ della sera del 26 alla Maddalena, e per esservi mare che quel legno non poteva superare, si fermò tre giorni alla Maddalena stessa, e solo la mattina del 30 potè partire alle 6 per giungere alle 5 pomeridiane a Porto-torres. Trovai quella popolazione desolata per la comparsa del colera che aveva già fatto e faceva molte vittime, ed ora è in diminuzione perchè dal 1° agosto a tutto ieri sono solamente quattro i casi ed un solo decesso. Porto-torres ha circa 1200 abitanti.

Nel comune di Toralba che ha pressochè uguale popolazione, il colera infierì maggiormente, ed è pure in decrescenza.

Da alcuni giorni sta lavorando in Sassari, e da ieri si è messo sopra una scala assai elevata, ma havvi a sperare che anche qui non vorrà continuare. I nostri Carabinieri dovettero farla da medico, da infermiere, da cappellano, e persino da becchino, e finora non ebbero manco un mal di testa.

Io sto bene grazie a Dio, e dico anch’io come Napopoleone: che avendo ancora molte cose da fare, la Provvidenza mi conserverà.