Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/250

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Questa testamentaria disposizione non sortì il suo effetto, sia che i Padri Dottrinarii non siansi potuti incaricare di questa scuola, sia che il governo non abbia permesso che l’eredità Borgognone passasse a mani di estranei a questi stati, il fatto sta che il 26 novembre 1721, emanarono R. Patenti con cui si prescrisse che l’eredità Borgognone venisse amministrata dal Municipio di Ceva coll’obbligo di provvedere i professori per l’insegnamento delle suddette classi di Grammatica, Umanità e Rettorica.

Non vi fu mai per queste scuole un locale fisso, ed adatto all’uopo, finchè Napoleone I in seguito alla soppressione delle case religiose non vi assegnò il vasto convento dei Francescani al di là del torrente Cevetta. Questo grandioso fabbricato, quantunque adattato quant’altri mai ad uso delle scuole, e per un convitto, divenne col tempo gravoso di troppo alla civica Amministrazione per le dispendiose riparazioni di cui abbisognava, trovavasi per altra parte il Pio Istituto mancante di necessario reddito per sopperire allo stipendio di un professore di Filosofia di cui era priva la Città, ed all’aumento degli stipendi agl’altri insegnanti voluti dai vigenti Regolamenti.

In vista di ciò si entrò in trattativa coll’amministrazione dell’Ospedale per far cambio dei rispettivi fabbricati.

Si fecero eseguire le necessarie perizie si rassegnò la pratica all’autorità superiore, e venne approvato questo cambio mediante la rifatta di 12m. franchi per parte dell’Ospedale.

Non ostante questo nuovo reddito trovavasi sempre il Pio Istituto in angustie finanziarie, ma venne in suo soccorso il più volte lodato Sacerdote Pio Bocca che tutta impiegò la sua vita nell’istruire la gioventù studiosa, con cedere a prò delle scuole un credito di ll. 20m. che aveva sulla Comunità di Cosseria.

Non pago ancora di sì generosa largizione nel suo ultimo testamento legò alla Civica Amministrazione in prò del Pio Istituto delle scuole «la somma di lire 10m. dichiarando