Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/257

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chiese non esclusa la Collegiata che dovette cessare dalle sue funzioni.

Il generale Massena spedì da Ormea, dove avea fatto quartiere, il seguente proclama al Comune di Garessio.

Libertà, eguaglianza, o morte.

«I fieri ed invincibili repubblicani Francesi sono alle vostre porte, v’invitano a portar loro le chiavi ed a riceverli come amici, se volete godere nella vostra patria la pace e la tranquillità. Un rifiuto vi farà provar la forza dell’armi nostre.

Scansatevi questo pericoloso impegno, che da falsi consigli verrebbe intrapreso da un popolo troppo credulo.

Gli abitanti d’Ormea hanno sperimentato al giorno d’oggi che i repubblicani francesi sono ugualmente intrepidi che generosi, amici dell’umanità e solo nemici di coloro che s’armano contro la libertà.

Abiurate la tirannìa e vi tratteranno da fratelli, i vostri commissarii verranno a me per essere garanti della risposta che attendo da voi.

Ormea li 28 Germinale, anno 2° repubblicano. (17 aprile 1794)

Massena.


Da Ormea si portò Massena ad occupar Garessio, di là spedì un trombetta alla città di Ceva per chieder la resa della città e del forte. Fu questi condotto dalle guardie avanzate al generale Argenteau che aveva il suo quartiere ai Rocchini. Mandò tosto il generale l’ordine alla civica amministrazione di portarsi da lui, le communicò la lettera di Massena con ordine di custodir gelosamente le porte della città, e si conchiuse di resistere a tutta possa all’armata nemica.

Le truppe di Massena si sparsero per la valle del Tanaro, occuparono Priola e santa Giulietta presso Bagnasco, salirono a Battifollo dove si trincerarono sul bricco della Bastia,