Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/286

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delle contribuzioni che vi supplichiamo di moderare, con mandarle intanto di sospendere ogni atto esecutivo, ogni ulteriore requisizione.»

Nulla valsero questi richiami, si lasciò senza risposta il raccorso e si diede l’incarico di percepire le decretate imposte a certo Roicheran ex domenicano che si dimostrò esecutor fedele dei superiori comandi.

A queste vessazioni se ne aggiunse un’altra.

Certo Rubeau Corso fu incaricato di precettare bestiami tanto in Ceva che nei paesi circonvicini pel trasporto degli equipaggi ed attrezzi militari.

Si stabilì un parco per la raccolta e custodia di questo bestiame, di cui il Rubeau faceva mercato a proprio vantaggio senza darne conto ad alcuno. Scoperte le sue malversazioni, se ne fuggì da Ceva. Venne rimpiazzato da altro Corso per nome Chabot che si vantava cugino di Bonaparte, questi non la cedeva a Rubeau nelle estorsioni, e nelle trufferie a segno tale che fu arrestato e spedito a Milano, dove ottenne da Napoleone altri impieghi assai più lucrosi.

Intanto i soldati francesi desolavano le campagne appropriandosi il prodotto delle fatiche dei contadini che ne facevano alte lagnanze.

Il sindaco ricorse al generale Miollis perchè mettesse un qualche freno all’indisciplinata soldatesca, ed il generale rispose che gli era impossibile il contenerli, mentre gli rubarono persino i piccoli cannoni nella fortezza.

Non contenta questa sfrenata soldatesca di rubare nelle campagne e nelle case dei particolari, entrava persino nelle chiese, scassinava le cassette delle limosine, e portava persino le mani sacrileghe sui tabernacoli dove si conservava la Eucaristia.