Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/330

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Nel 1295 investì Odone Prodino delle decime di Battifollo, di Scagnello, di Vignolio, di Dogliani, di Murazzano, di Castelnuovo, di Montezemolo, di Murialdo, e di Saliceto. Nel 1303 investì Giovanni di Scagnello del feudo di quel castello. Coi sussidii della camera apostolica riedificò il castello di Diano distrutto dalle guerre, Pendente la sua vita i conventuali di S. Francesco edificarono i conventi di Ceva, di Cortemiglia ed Alba, e pei medesimi il re Roberto fece costrurre in Alba la chiesa di S. Francesco, da annoverarsi fra le più belle di quella città.

Morì Bonifacio li 18 marzo 1306, fu sepolto nella Basilica d’Alba avanti l’altare di S. Giacomo.

25. Raimondo intento a conservare i diritti della sua chiesa, li 8 gennaio 1313 investì del suo feudo Giovanni di Scagnello.

26. Fra Guglielmo da Civitella Minor osservante. Dalla sede vescovile d’Alba passò a quella di Brindisi, e poi di Benevento.

27. Fra Pietro Vercellese della famiglia patrizia Avogadro dell’ordine dei predicatori, l’anno 1335 corroborò di sua presenza la rimessione fatta dai Saviglianesi della loro città a Roberto re di Sicilia, e l’anno 1342 investì Beatrice moglie di Giacomo dei feudi di Scagnello e Battifollo, e delle decime di Dogliani.

28. Lazzarino Fieschi li 6 settembre 1350 investì Giovanni Caldera, Francesco Fassino e Bonifacio Beccaria dei feudi di Pruneto, di Montebarcaro, di Camerana, di Gottasecca, di Carcare e Brusolio. Nel 1370 fu pregato dai marchesi di Saluzzo di conceder loro l’investitura delle decime di Dogliani, di Clavesana, di Belvedere, di Marsaglia, di Bonvicino, di Chisone, di Rodino e di Lequio, colla condizione

    loro diritti, e mediante investitura acconsentivano che questi signori esigessero le decime una volta a loro dovute.