Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/42

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Il signor notaio Ferreri Cevese, la di cui memoria vive onorata fra i suoi concittadini, vi si mise attorno, lo ricopiò con gran diligenza, ma con molte lacune per certe parole cancellate o non più leggibili. Il Grassi lo stampò fedelmente tale quale fu copiato dal notaio Ferreri. L’originale fu rimesso a persona esperta di caratteri antichi, onde cercar modo di riempiere le lacune lasciate dal Ferreri, ma sgraziatamente andò perduto.

L’istromento incomincia così: In nomine Domini amen. Haec est divisio inter Marchiones de Vasto scilicet Mainfredum, Villelmum, Hugonem, Anselmum, Heinricum, Bonifacium, et Oddonem filios quondam Bonifacii Marchionis.

Si fecero, come già si disse, sette lotti della eredità di Bonifacio.

Il primo toccò a Manfredo, e prese il nome di marchese di Saluzzo.

Il secondo a Guglielmo marchese di Busca.

Il terzo ad Ugone, marchese di Cravesana; questo marchesato non tardò ad essere unito a quello di Ceva per la morte d’Ugo senza prole.

Chi desidera conoscere di quanti paesi fossero composti questi lotti, può ricorrere all’opera succitata del Grassi, noi ci limiteremo a quello di Ceva così descritto: (tradotto dal latino).

Nella quarta parte poi posero e designarono « il castello, la villa, ed il luogo che si chiama Ceva, salvi i diritti di S. Maria di Pinerolo, colla villa e rocca di Cigliaro, salvi (i diritti) di S. Dalmazzo, il castello della Niella, la Bastia di Carassone, Rifreddo, Ventissen, Castellino, Marsaglia, Igliano, Roascio, Torricella, il castello e villa di Paroldo, Mombarcaro, salvi i diritti di S. Maria di Caramagna, il castello e luogo di Sale, salvi i diritti del Vescovo di Savona, di Montezemolo, di Castelnuovo, il castello di Mombasiglio, salvi i diritti del Vescovo d’Asti, Lisio, i castelli e luoghi di Monasterolo, di Viola, di